venerdì 18 settembre 2015

EVOLVING

Quando una donna torna in contatto con se stessa….

E’ passato più di un anno. Avevo promesso a settembre dello scorso anno che avrei affrontato l’argomento, ma fino ad oggi non lo avevo più fatto. Almeno in modo esplicito.

Very Normal ME non vive più a Milano.
Che Milano le stesse stretta si era capito, probabilmente!
Il traffico, i parcheggi impossibili, la frenesia.
Il vivere in bianco e nero troppi mesi su dodici.
La continua ricerca dello spazio.
Il sentirsi soli in mezzo a fin troppe persone.
L’attesa del fine settimana per fuggire.
Il mare, troppo lontano. La mancanza di aria, di salmastro, di sabbia, di onde, di alghe, di profumo di mare.
La ricerca di stimoli continui.
La ricerca di se stessa, incessante!

E poi, le radici, le radici che prima o poi ritirano a se!

Very Normal ME è tornata a casa! Da più di anno!
Con i suoi boys!
Due su tre!

Very Normal ME si era completamente persa.
Persa ad inseguire sogni che non le appartenevano.
Illusa che potessero esserlo, anche suoi.
La consapevolezza, poi, un giorno, di chi era veramente e di cosa voleva.
Ovvero, la consapevolezza di che cosa assolutamente non voleva.

Aveva voglia di se stessa.
Cavolo, se si mancava!

Cavolo se è difficile parlare di questa cosa!

Sarebbe molto più semplice e forse più utile parlare dell’aspetto pratico del cambiamento.
Come progettarlo. Cosa fare. Come affrontarlo. Quali sono le priorità.
Certo in questo anno di passi ho avuto modo di farne tanti.
Tanti sbagliati anche.
E solo sbagliando così tanto si può forse capire come non sbagliare più.
Ma l’atto pratico arriva sicuramente dopo quello emotivo.
Soltanto dopo aver affrontato il cambiamento interiore si è davvero pronti ad affrontare quello esteriore.
E averlo affrontato vuol dire solo essere all’inizio.

Cambiamento.
Cambiamento che vuol dire coraggio e paura nello stesso momento.
Che significa iniziare a vivere con se.
Cambiamento che passa attraverso la sofferenza. E non solo la tua.
Uno specchio dove si riflettono insieme a te, la tua infanzia, i tuoi genitori, le loro scelte, le tue di scelte.
Uno specchio affollato, dal quale piano piano devi far scomparire tutto il resto, affinché rifletta solo te.
Ci vorrà una vita intera. Probabilmente.

Diventi la pala di un frantoio.
Giri e schiacci, con lentezza e perseveranza.
Per estrarre la parte migliore, scarti e escludi.

Per trovare te a volte sei costretta a costringere qualcun altro a trovare se stesso.
Ma il motore ormai è acceso.
E le pale trascinano con se tutto quello che ci cade dentro.

Inizi a scaricare per strada zaini e zavorre, piene di occhi, di sguardi, di odori, di sapori.
A volte ti girerai dopo averli scaricati perché la nostalgia per averlo fatto sarà già fortissima.
In ogni zaino alla fine, tra le cose brutte rimane sempre anche qualche cosa di bello.
A volte ti stupirai, ferma su quella zavorra, a squadrarla. Ormai abbandonata su quel sentiero. Non ti chinerai a recuperarla. Ma sei li, immobile, e la guardi!
Altre volte ti scoprirai a tornare indietro a recuperala.
Altre volte a scappare via di corsa per allontanartene il più velocemente possibile.
Altre volte ti scivolerà dalle mani e ti accorgerai di averla scaricata soltanto in un secondo momento. E non sarà male, quando te ne accorgerai.

Cambiamento.
E Very Normal ME si vede camminare su quella strada.
Un sentiero color della terra, sorridente e allegra, illuminata finalmente dal sole, circondata dal verde e dall’azzuro.
Non più sola in mezzo a troppa gente.
Very Normal ME si vede respirare a pieni polmoni.
Più o meno spensierata. Più o meno leggera o alleggerita.
Però in cammino.
Qualche zavorra lasciata alle spalle. Altre ancora sulle sue spalle.
Qualche volta è li, immobile a fissarne una. Combattuta a pensare se abbandonarla completamente o recuperarne qualche pezzo.

Davanti a lei è tutto ancora ignoto. Ma sa che ne vale la pena.
Come in un videogame, dall’alto si palesano sul sentiero dei punti interrogativi. E lei deve affrontarli. Continuamente!
Alcuni sono più sottili e semplici, altri sono spessi e terrificanti.
A volte ci mette giorni a superarne uno. Alcuni la bloccano su quel livello e sembra impossibile andare avanti. Delle volte è scoraggiata. Pensa di non superarlo mai, quel livello, quel punto interrogativo nero e spesso.
Ma alla fine è solo questione di tempo.
Il tempo le donerà gli strumenti per affrontarli tutti, i più sottili e quelli peggiori.
Lei lo sa.

E non è una che si arrende facilmente!

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