giovedì 28 febbraio 2013

Giornata finita! Giornata infinita!


28 febbraio.

Tra le altre cose oggi è la “Giornata Europea per la Parità Retributiva”.

Che non ci sarà mai.

“una donna deve lavorare in media 59 giorni in più per guadagnare quanto un uomo”
 
 

Il fatto poi, che molte volte lavoriamo meglio, non viene nemmeno preso in considerazione.

Prendo il mio caso specifico e vi racconto la mia giornata tipo.

Non voglio lamentarmi, sia chiaro.

Quello che è la mia giornata e solo il frutto delle mie scelte. Alcune consapevoli. Altre azzardate. Altre magari un po’ obbligate.

Ore 06.10 Suona la sveglia. E la spengo. Mi alzo solo almeno cinque minuti dopo.

Ore 06.55 Sveglio Big Boy. Un bacio, una coccola, una tazza di latte e dei biscotti.

Ore 07.10 Fuori di casa. Io e Big Boy. Lui e Little Boy nel frattempo dormono ancora.

Ore 07.20 Caffé obbligatorio nel bar di fronte alla scuola. Due chiacchere con Big Boy che prova a leggere ogni cartellone pubblicitario, insegna, graffito incontriamo tra il bar e la scuola.

Ore 07.30 Lasciato Big Boy al prescuola corro con “la Clotilde” verso la metropolitana. Devo anche parcheggiare. Ma per me non è un problema. La Clotilde si adatta ad ogni posto, ad ogni costo!

Ore 07.45 Finalmente conquistato, ogni tanto, il posto a sedere sul treno riesco ad infilarmi le cuffie e mi dedico alla riproduzione casuale della mia musica.

Ore 08.30 Salvo intoppi sono sulla navetta che dalla stazione mi porta all’ufficio.

Ore 09.00 In ufficio. In ufficio. In ufficio. In ufficio. In ufficio... per otto ore!

Solo ora Lui e Little Boy aprono gli occhi alla nuova giornata.

Ore 18.05 Via verso la navetta che mi riporta alla stazione. A questo punto si corre. Il mio secondo lavoro mi attende a casa.

Ore 19.20 Dopo essermi spesso addormentata sulla metropolitana rischiando di rovinare la mia immagine indelebilmente solo incontrando qualcuno che mi conosca, arrivo a casa.

Little Boy mi salata giustamente al collo e non si stacca più.

Big Boy spesso sta finendo i compiti. Spesso deve essere ripreso per una nota. Spesso sta litigando con Little Boy.

Ore 20.00 Squillo a Lui chiedendogli di chiudere l’ufficio mentre nell’ordine con in braccio Little Boy sto cuocendo le verdure, la pasta, il sugo, sto svuotando la lavastoviglie, apparecchiando, fornendo uno spuntino e parlando con Big Boy.

Ore 20.30 Big Boy ha mangiato. Little Boy è stato imboccato. Lui sta arrivando a casa. Affamato. Io non ho ancora fatto la pipì!

Ore 21.00 Finalmente mangio. Di corsa. Mentre dal bagno un urlo di Big Boy: “ho finitooooo” giunge fino alle orecchie della vicina del piano di sotto. Mentre Little Boy ha svuotato il biberon d’acqua sul seggiolone, sui suoi pantaloni e sulla mia ciabatta. Mentre Lui, guardando anche distrattamente la tv, mi coinvolge in discorsi troppo pesanti per l’ora.

Ore 21.05 Big Boy a nanna. Denti, pigiama, preghierina e luce accesa.

Lui ha preso possesso dei 3 metri di divano.

Ore 21.30 La cucina riprende un aspetto decente.

Lui sul divano, inizia a sbadigliare!

Ore 22.00 Little Boy, è l’ora del pigiamino. Lavata generale, pannolino, coccole, coccole, coccole, coccole, coccole, coccole

Lui sul divano, chiede di spegnere le luci!

Ore 22.30 Chiudo Lui e Little Boy, a questo punto al buio, in sala e mi sigillo nel bagno.

Poi sto li, un’ora, a guardarmi allo specchio, leggere, giracchiare su facebook, sfogliare Vanity. Li, io e me stessa. Ahhhhhh Relax!

Little Boy dalla sala ancora emana gridolini. E’ ancora sveglio. Aspetto che giunga il silenzio. Che venga spostato nel letto. Ahhhhhhhhhhh Finalmente!

Ore 23.30 Sotto al mio piumone! Io, alcune volte un po’ di musica, raramente un pizzico di Real Time. Metto la sveglia e mi crogiolo tra le braccia di Morfeo.

Lui, sta dormendo sul divano.

Gioranta finita! Giornata infinita!

Sono soddisfatta anche oggi, anche se, che ve lo dico a fa, sapete chi, anche oggi, ha guadagnato di più?

Lui.

mercoledì 27 febbraio 2013

Mi faccio in quattro. Ma soddisfo solo un terzo!


Stamattina sono stanca!

Spero siano i sintomi dell’imminente cambio di stagione.

Cosa che attendo come l’ultimo strappo della ceretta!

In realtà penso sia colpa dello stress e del fatto che ieri sera ho tolto un cuscino, e la mia cervicale ne ha risentito.

Ma parliamo dello stress..

 
 
Partendo dal presupposto, dalla mia legge interiore, che se esiste un problema deve esistere per forza una soluzione e al contrario che se non trovi la soluzione probabilmente non esiste nemmeno il problema, in questo periodo mi sto ponendo una serie di serie domande.

Su che cosa?

Sulla mia vita. Sul mio essere donna.

Sulla scelta di diventare madre che ho fatto la prima volta a venticinque anni e la seconda appena cinque anni dopo, quando un sacco di mie coetanee ancora vivono a casa dei genitori perseguendo titoli di studio sempre più qualificanti e collezionando esperienze di vita all’estero più di un conquistatore d’altri tempi.

Sul mio aver scelto di costruire. Costruire una famiglia.

Senza rinunciare a nulla.

Lavoro di responsabilità, non importa se totalizzante, non importa se lo stipendio potrebbe essere migliore, non importa se i risultati sono lenti e forse il nirvana non arriverà mai.

Un  lavoro capace di gratificare il quarto di me che ne ha bisogno.

Si un quarto figli. Da un anno e mezzo un quarto diviso due, quindi.

Un quarto famiglia. Non solo un uomo. Non solo il mio compagno. Non solo il padre dei miei figli. Ma anche i miei genitori e il loro diventare anziani, mia sorella e mio fratello, i miei nipoti, le mie amiche.

Un quarto lavoro. Full time e distante da casa.

E un quarto semplicemente me stessa?

Ecco, forse è questo il quarto che mi manca, quello che mi stressa.

Si mi faccio in quattro. Ma soddisfo solo un terzo.

Ma ne vale la pena?

Ho trovato utile:

Cosa? Iniziare a farmi delle domande, serie e sul serio  ed iniziare ad essere sincera con me stessa.

martedì 26 febbraio 2013

Donna al 100%. Sono Mamma, Moglie, Casalinga e in carriera!


Stamattina voglio essere positiva!

Comunicarvi che, anche in un mondo ingovernabile, quello dove ci siamo svegliati stamattina, qualcosa di positivo comunque esiste.

Non ci aspettiamo che al wellfare ci pensi il nostro Stato.

In realtà, noi very normal women di nuova generazione non ce lo siamo mai aspettate!

Però ci sono gruppi, persone, associazioni, che hanno smesso di nascondersi dietro il lamento, dietro al non esiste, al non si può fare e si sono rimboccati le maniche.

Ho conosciuto la punta dell iceberg di questo progetto qualche settimana fa, un po’ per caso, un po’ grazie alla loro apertura mentale e alla loro proattività.

Mi hanno accolto a casa loro, con calore e professionalità.

Mi hanno ascoltato e si sono presentati.

Con la loro idea geniale, che da Milano, sono sicura presto si trasferirà in molte altre città.

Con i loro spazi, studiati per soddisfare delle esigenze.

Con la loro voglia di combattere per un valore in cui credono.

Per la famiglia.

Loro sono Piano C.
 

“Piano C è un esperimento. Uno spazio di lavoro nuovo, nato per permettere di lavorare anche a chi nel modo di lavorare “tradizionale” non ci si trova più (o non ci si è mai trovato).
Perché non vive a compartimenti stagni e crede che lavoro e vita non possano e non debbano essere separati.”

Piano C è uno spazio per il Co-working:

uomini, ma soprattutto donne, possono trovare uffici condivisi perfettamente attrezzati con rete wi-fi, stampanti, fax, fotocopiatrici e utilizzare tutti i servizi messi a disposizione, primo su tutti il cobaby, una sorta di asilo aziendale, dove i bambini trovano uno spazio attrezzato, in realtà due per le diverse età, e le educatrici.
 





I bambini possono rimanere nello spazio cobaby tutto il tempo che il genitore rimane all’interno degli uffici condivisi di Piano C, fosse per aggiornarsi, studiare, lavorare, incontrare clienti e fornitori.

Il genitore può intervenire così nella quotidianità del bambino, allattarlo se del caso, cambiargli pure il pannolino se desidera, dedicargli mezzora di coccole tra un appuntamento e una conference call,  come se fosse a casa con lui, però in spazi perfettamente organizzati e con l’aiuto di personale altamente formato.




 
Tra gli altri servizi offerti da Piano C a chi decide di utilizzare i loro uffici condivisi, la possibilità di formazione, eventi, opprotunità e i servizi salvatempo.
Un maggiordomo, in parole povere, che ti porta le camice a stirare e te le riconsegna in Piano C, un aiutante che va a farti la spesa, lista alla mano, e che te la consegna in Piano C!






I costi?

Giusti!

La giusta via di mezzo.

Non dovrai più scegliere se smettere  di lavorare appena diventata mamma o  dover affidare i tuoi pargoli a esosissime tate o asili nidi.

Potrai lavorare, in spazi attrezzati, portandoti dietro i tuoi bambini e godere della gioia di essere donna al 100%, solo per il fatto di aver potuto scegliere che cosa fare della tua vita e del tuo futuro. Del vostro futuro!

Questo l’ho trovato utile. Molto!

 

 

lunedì 25 febbraio 2013

La scelta del lunedì.

E' lunedì.
Questo è un lunedì pieno di incertezze e di decisioni da prendere.
Prima di tutto, devo ancora votare, faccio parte delle indecise.
Di quelle che si prenderanno il lusso di decidere davanti alle schede.
E che magari decideranno di scegliere il punto G.
Che per una donna è sempre fondamentale!

Seconda decisione, sempre fondamentale:
Big Boy, che ha più vita mondana di me, è stato invitato a due feste di compleanno.

La prima in un campo di calcio.

Milan contro Inter. Il derby.
Piccoli mostrilli scatenati che si rotolano nel fango.
Patatine in mano, popcorn in bocca e come bevanda gasatissima Coca Cola.
Un pomeriggio all'insegna della sport, per lui che oltretutto non lo ama così follemente, e di chiacchere tra mamme per me.
Una serata tranquilla con il boy stravolto per me, energica invece per la lavatrice alle prese con fango e macchie d'erba.
Una domenica di lavaggi nasali e starnuti, che di solito sono il naturale seguito di un pomeriggio scalmanato nell'inverno milanese.

La seconda in una palestra, con tanto di area giochi per bambini e soprattutto area benessere per gli adulti.

https://www.facebook.com/barladycafe.carmenrobi?viewer_id=1012401104
Si, stamattina davanti al mio marocco (la quale foto su facebook ha più fan di Laura Pausini) la domanda è stata: "ma mentre loro si divertono alla festa, noi potremmo per caso, eventualmente, utilizzare gli spazi della palestra, tipo, nel caso, l'area benessere?"

http://www.acquacorrente.com/wellness.php
Alla risposta affermativa, io, la decisione l'avevo già presa.
Poi sulla strada del ritorno "la mamma coraggio" che è in ognuna di noi ha preso il sopravvento e le domande si sono affollate nella mia testa.

http://www.acquacorrente.com/wellness.php
Ma lui, Big Boy, quale preferirebbe?

Poi, sono arrivata a casa, mi sono vista nello specchio del bagno, mentre cambiavo il pannolino puzzolente a Little Boy e la "mamma consapevole", sempre presente in ognuna di noi, ha quasi deciso.

Un paio di orette nell'area benessere possono fare molto bene a me, ma soprattutto a loro.

O no?


domenica 24 febbraio 2013

Milano, la neve e la primavera in vetrina!

A Milano scende di nuovo la neve!
Copiosa e fredda, ormai solo noiosa!
Abbandonato il romanticismo candido, abbandonata la dolce malinconia.
Ora vogliamo la primavera. Il sole tiepido. L'aria frizzantina. I colori!
Perché autunno/inverno a Milano non significa solo "collezione".
Significa vivere almeno tre mesi in bianco e nero. Senza nessuna sfumatura di colore.

Ed è per questo che ieri pomeriggio, presa dalla voglia di primavera, e di shopping primaverile, ho sfidato con la family le intemperie e siamo andati a passeggiare e a sbirciare le vetrine. Le vetrine colorate, oramai allestite, pronte per la primavera. Come me!


Devo dire che è stato rigenerante. Solo guardare. Anche senza comprare.







Ed ho trovato. I MUST HAVE delle prossime settimane.

1) Skinny Pants in Eco Pelle Rossa.
2) Slippers nere borchiate.
3) Giacca in jersey, senza bottoni, taglio maschile particolarissimo.





Non resta che aspettare che il cielo si apra, che i raggi del sole raggiungano la City... e che lo stipendio venga accreditato!

Ho trovato utile:
Passeggiare, a piedi, nonostante il brutto tempo.
Rigenerarmi di questo, e dell'attesa della primavera... e dello shopping primaverile!






sabato 23 febbraio 2013

Mamme di ieri. Mamme di oggi!

Ieri sera cena tra mamme! Rigorosamente figli e mariti free! Di venerdì sera!
Sono uscita di casa e la prima cosa a cui ho pensato è stata la canzone di Vasco Rossi Liberi Liberi.

Poi sono salita sulla mia macchina "la Clotilde" un po'ammaccata ma così accogliente!

E fumando la mia sigaretta elettronica ho pensato sorridendo alla mia mamma.

Alle mamme come lei che non ci hanno mai lasciato a casa la sera, sole con i papà, per dedicarsi qualche ora di sana e rigenerante libertà!





E al mio papà, molto più tenero ora che quando ero piccola!
Ai padri di una volta, che spesso dovevano solo essere autoritari nel rispettare e far rispettare le regole imposte dalla mater familiae.

Poi ho parcheggiato. In modo creativo come al solito. In una Milano intasata dalla settimana della moda donna. Che poi per noi very normal women è la settimana dell'utopia donna! Ma va be!






E mi sono trovata in mezzo alle mamme di oggi!
Belle, si belle oggettivamente. Sorridenti. Libere!

Tutte molto sorridenti. Con tanta, troppa, voglia di chiaccherare.
Abbiamo parlato veramente di tanti argomenti.
Prima i figli, quelli già cresciuti, quelli appena nati. Quelli che non dormono la notte, che si ammalano troppo, che pensano troppo alla scuola, o che si impegnano troppo poco.
Il boy più sportivo e il Big Boy invece che corre in un campo di calcio, paonazzo, implorandomi con gli occhi di richiamarlo negli spogliatoi con una scusa qualsiasi.

Abbiamo ordinato la pizza, di farina integrale, perché è più leggera.
E poi abbiamo rinfrescato le ugole con delle bionde fresche.

Ci siamo aggiornate, updatando le news sul nostro telefono e abbiamo parlato, ancora, di politica, delle elezioni, delle vacanze, delle case in montagna e di quelle al mare.
Delle nostre priorità. Ognuna con la sua. Ognuna difendendo la sua scelta. Ognuna giustificandosi un po' con se stessa.

Un caffè, per me decaffeinato, una lacrima di dolce limoncello, e poi ancora parole.
Abbiamo iniziato a parlare degli uomini. Di Lui. Di Loro.
Degenerando in risa sgraziate per quei tacchi alti e per quei pants così attillati. Per quelle calze nere velate e per quei top al posto della maglietta della salute.

E nella nostra libertà ci siamo accorte, alla fine, che ognuna di noi, prima di uscire per una serata di relax e spensieratezza aveva apparecchiato la tavola almeno, addirittura qualcuna aveva cucinato, apparecchiato, sparecchiato, lavato i piatti. Prima di indossare quei tacchi.

E abbiamo concluso che l'unica differenza dalla mamme di ieri, alla fine, era la maglietta della salute. Forse!

Ho trovato utile:
Confrontarmi con altre Very Normal Women per capire di essere in una grande barca. Tutte insieme!
W le Donne!




venerdì 22 febbraio 2013

Non porto l'orologio! Porterò l'iWatch!

Eccomi!
Una Very Normal Woman, sempre in ritardo e con lo smartphone, ma sempre scarico!
Diciamocelo. Bella invenzione lo smartphone. Ma il giorno che troveranno il modo di ottimizzarne la batteria, sarà sempre troppo tardi.

Nel frattempo avrò accumulato ore di ritardo nel rispondere alle e-mail, almeno venti sms, circa quaranta notifiche su facebook e una cinquantina di messaggi su whatsapp nel gruppo privato "Amiche e crisi esistenziali", assolutamente vietato ai minori e ai minorati (leggasi uomini).


Si perché decide di scaricarsi, salutandomi con un "A presto!" sul suo schermo, sempre nei momenti più importanti. Dove averlo acceso è fondamentale.


Tantomeno per vedere che ore sono.




Poi stamattina incappo in una favolosa news. Questa è una notizia utile!

Indiscrezioni sul lancio del nuovo gioiello della Apple. Addirittura i disegni del brevetto.

L'iWatch.


Non solo un orologio. Non solo un surrogato del telefono.
Ma anche.

Flessibile come quei favolosi braccialetti "a schiaffo" che abbiamo sognato e dopo tanti capricci avuto durante la nostra infanzia. 








Si, quelli che ci dicevano pericolosi perché ci avrebbero tagliato le vene!

Quelli che i nostri compagni di scuola si divertivano a sfoderare per vedere cosa c'era sotto ai disegni.

Quelli che giusto da un paio di estati sono magicamente ricomparsi sui banchi delle edicole e nei bazar estivi.

Giusto giusto nel momento in cui Big Boy va in estasi ogni volta che ci avviciniamo ad un chiosco, promettendo di essere buono per il resto della sua vita in cambio di qualsiasi cosa costi più di due euro e meno di dieci.




Il favoloso iWatch però sarà anche di più.
Sarà progresso, sarà innovazione, sarà LA soluzione!

Sarà AUTOMATICO. Quindi si ricaricherà con i movimenti del braccio.
Proprio come un Rolex.

Addio carica batterie?
Addio "A Presto!" nel bel mezzo di un'intensa chiaccherata nel gruppo segreto di Whatsapp?

Speriamo solo che dagli orologi automatici di più antica conoscenza non erediti anche il prezzo!







giovedì 21 febbraio 2013

Keep Calm and Let It Snow

A Milano cade la neve.
Io non amo la neve. Big Boy ne è entusiasta.

"Mamma, speriamo che nevica per una settimana intera"
"Big Boy poi non riusciamo più ad andare a scuola"
"Mamma... ci compriamo una slitta!!!"
"Amore, ma con i cani o con le renne?"
"Mamma... con le renneeee!"
"Ah! ok!"
"Così poi arriviamo davanti alla scuola, con la mia slitta di ferro pitturata di blu e le mie renne!"
"Si, Big Boy, hai ragione! Speriamo che nevichi per tutta la settimana!"





Rimasta sola, dopo averlo lasciato a scuola, ho guardato il cielo. Un po' malinconica. Ho inforcato le mie magiche cuffie e ho inserito la mia playlist.

Per darmi la carica, senza abbandonare quella malinconia dolce che accompagnerà la mia giornata, che un po' mi piace.


Brava - Vasco Rossi
Brava Giulia - Vasco Rossi
Torn - Natalie Imbruglia
Life -  Des'ree
La Strega (La diva del sabato sera) - Vasco Rossi
I migliori anni della nostra vita - Renato Zero
Sweet child of mine - Guns'n Roses
With or without you - U2
Come Musica - Jovanotti
Toffee - Vasco Rossi




...ed è stato veramente un po' romantico camminare sotto la neve, con questa canzone!

Ho trovato utile:
Ascoltare Big Boy e perdermi nella fantasia di un bambino.
Distrarre la mente con la musica e accettare ogni mio stato d'animo. Per quello che è, e per quello che può darmi di positivo.

mercoledì 20 febbraio 2013

Perché sono donna anche mentre mi preparo alla guerra.

Come ogni anno, allo scoccare della trecentosessantacinquesima mezzanotte, arrivano insieme alla neve e alla voglia di primavera, i buoni propositi.
Come ogni anno, ormai da dieci, nei giorni subito precedenti e subito successivi al primo di gennaio, li trasferisco a Lui, sperando nel suo coinvolgimento morale e nel suo sostegno da personal coach nei mesi successivi.
Come ogni anno, ormai da dieci, Lui mi ascolta distrattamente. Annuisce. Mentre io argomento a ruota libera ogni proposito. Provando a convincere più me stessa che altro.

Primo: smetto anche io di fumare.
(da leggere velocemente, con lo sguardo un po’ perso verso il cielo e quasi senza punteggiatura)

“D’altro canto sono ormai diciannove anni che lo faccio, è diventato noioso e puzzolente. E oramai è assolutamente demodé. E poi anche Lui a dicembre ha smesso e non ne posso più di sentirmi continuamente un posacenere sporco. E poi dai, ai bambini farà piacere e sarà un buon esempio vedere che la mamma ha una forza di volontà di un leone.”

(sono esattamente diciassette giorni e sedici ore che non fumo, ovvero che fumo la sigaretta elettronica, ma di questo parleremo più avanti)

Secondo: mi iscrivo in palestra.

“Ho fatto e sto facendo molta fatica con i miei kg post parto. Dopo quasi due anni dal gran giorno finalmente posso di nuovo barcollare sui miei tacchi senza sembrare l’ippopotamo di Fantasia. Ma è ora di tonificare. Si. Ne ho proprio bisogno. E poi la palestra mi rilassa, con l’attività fisica si producono endorfine, l’unico modo serio per combattere il cortisolo.”




Terzo: sarò più equilibrata.
Apro le virgolette e le richiudo subito.

So già che quest’anno toccherà al terzo essere disilluso.

Siamo ormai a fine febbraio.

Mi sono iscritta in palestra.

Ho deciso. Frequenterò un corso collettivo per motivarmi. L’ho trovato. E’ lui.

L'Athletic Boot Camp®.
Sembra così perfetto per una Very Normal Woman di nuova generazione!

Tra qualche giorno la prima lezione.





Lucido gli anfibi borchiati.












Tiro fuori dal cassetto, finalmente, uno dei miei ultimi acquisti, il leggings militare.










E per l’occasione raccoglierò i riccioli in un very chic chignon.








Perché sono donna anche mentre mi preparo alla guerra.
 

Questo l’ho trovato utile:

Trovare lo stimolo giusto per raggiungere i miei obiettivi.

martedì 19 febbraio 2013

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Donne Generazione L


L come LEXOTAN.

Non so se questa definizione sia stata coniata da lui, Bixio, o se sia documentata in studi più o meno scientifici e sociologici.

So che io mi ci rispecchio in pieno, pur non facendo personale uso del su citato magico farmaco.

La nuova generazione di donne, le nuove giovani donne. La generazione Lexotan.

Sono nate con il mito del Principe Azzurro, tanto decantato dalle favole, cresciute in un mare di Puffi e Paciocchini (tutti maschi), diventate ragazzine con Brandon e Dylan (che non assomigliavano per niente ai reali compagni di scuola), affacciatesi all’età adulta insieme ad una folla di Grandi Fratelli, diventate giovani donne divorando libri della Kinsella e sognando di incontrare un nostrano Christian Grey (però, sano!).

Hanno studiato, si sono diplomate, ogni tanto laureate. Hanno fatto un’esperienza di vita all’estero. Parlano correttamente almeno due lingue (e un dialetto).

Lavorano da sempre ed hanno un posto di lavoro da mai.

Sono fidanzate, ogni tanto conviventi, sposate quasi mai. Qualcuna ha pure dei figli. Qualcuna un inizio di carriera (se pur come stagista o come casalinga).

Cassetti pieni di sogni (e slip di Tezenis), scarpiere piene di sassolini (in un oceano di scarpe).

Comodamente in bilico su un tacco 12 di René Caovilla, davanti ad un bicchiere di prosecco (chic), circondate da amiche che amano come fossero uomini, e senza mai staccare l’indice dal touch screen del loro smart phone, sono serie quando discutono di come poter cambiare il mondo!

E poi, indossando la (ormai datata) mascherina del Bixio sugli occhi, si sentono così tremendamente soddisfatte di questa loro così complicata e vivace esistenza.

E attendendo l’incontro con l’ennesimo uomo che si fa attendere troppo, Morfeo, si coccolano con qualche goccia di…

Lexotan!