Non so se questa definizione sia stata coniata da lui,
Bixio, o se sia documentata in studi più o meno scientifici e sociologici.
So che io mi ci rispecchio in pieno, pur non facendo
personale uso del su citato magico farmaco.
La nuova generazione di donne, le nuove giovani donne. La
generazione Lexotan.
Sono nate con il mito del Principe Azzurro, tanto
decantato dalle favole, cresciute in un mare di Puffi e Paciocchini (tutti
maschi), diventate ragazzine con Brandon e Dylan (che non assomigliavano per
niente ai reali compagni di scuola), affacciatesi all’età adulta insieme ad una
folla di Grandi Fratelli, diventate giovani donne divorando libri della
Kinsella e sognando di incontrare un nostrano Christian Grey (però, sano!).
Hanno studiato, si sono diplomate, ogni tanto laureate.
Hanno fatto un’esperienza di vita all’estero. Parlano correttamente almeno due
lingue (e un dialetto).
Lavorano da sempre ed hanno un posto di lavoro da mai.
Sono fidanzate, ogni tanto conviventi, sposate quasi mai.
Qualcuna ha pure dei figli. Qualcuna un inizio di carriera (se pur come
stagista o come casalinga).
Comodamente in bilico su un tacco 12 di René Caovilla,
davanti ad un bicchiere di prosecco (chic), circondate da amiche che amano come
fossero uomini, e senza mai staccare l’indice dal touch screen del loro smart
phone, sono serie quando discutono di come poter cambiare il mondo!
E poi, indossando la (ormai datata) mascherina del Bixio sugli occhi, si
sentono così tremendamente soddisfatte di questa loro così complicata e vivace
esistenza.
E attendendo l’incontro con l’ennesimo uomo che si fa
attendere troppo, Morfeo, si coccolano con qualche goccia di…
Lexotan!
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