venerdì 19 febbraio 2016

Vi racconto la realtà, ed é un disastro!


Non sono una scrittrice e infatti non sono in un ufficio sotto una lampada di alto design e nemmeno in una veranda fronte mare illuminata dalla luna. Sto scrivendo direttamente dal bagno, illuminata dai faretti dello specchio.
Il mio rifugio segreto.
E vi racconto la realtà. La realtà di quello che é un vero casino.
La realtà di una giovane mamma separata e il disastro di due figli condivisi con un "estraneo". Alla fine ho amiche che conosco da molto più tempo e forse in modo più approfondito dell'uomo con cui ho messo al mondo i miei gioielli.
Un disastro, appunto!
Venerdì sera, tu hai trentacinque anni, loro cinque e dieci scarsi, lui vive a 500 km da voi e sta raggiungendo i bambini per uno dei due suoi week end mensili da padre.
Arriverà a notte fonda, quando sarà ormai già sabato, perché prima ha le sue priorità da soddisfare.
E tu sei esausta. Perché tolti i suoi quattro giorni da padre, nel week end, ogni mese ne rimangono una media di 26 misti, tra scuola, sport, feste, partite, varie ed eventuali.
Nel mezzo mettici la tua vita! O quello che ne rimane!
Uno nel lettone, il tuo, dal quale vieni sfrattata per l'occasione, che non vuole dormire, perché fino a tarda notte sarà solo, in un lettone enorme per i suoi cinque anni scarsi.
L'altro in cameretta nel suo di letto, nervoso come un'astronauta la notte prima del lancio, che nei tre giorni precedenti, o forse di più, incapace nei suoi dieci anni scarsi di gestire l'emotività, é stato agitato, vivace, euforico e disobbediente almeno il doppio del solito.
E tu, in bagno, a lottare contro i tuoi sensi di colpa e ad interrogarti su come ci sei arrivata, a questo punto.
Tu e le tue frustrazioni di chi un week end si e uno no, ma fino all'ultimo non si sa mai, dovrebbe e vorrebbe godersi la temporanea libertà, in una casa comunque condivisa... O invasa!
Un disastro!
Mettici poi che solitamente hai un milione di impegni e inviti e cose da fare nel week end sbagliato, e nessun impegno per quello giusto, quasi fosse una maledizione!
Tu dormirai nel lettino del piccolo e domattina lascerai il trio dormiente per andare a lavoro, sperando che questo week end duri il più a lungo possibile ma passi velocemente, per tornare alla normalità.
Alla vostra normalità, a quell'equilibrio labile che stai cercando di ricostruire, a quella stabilità che vorresti non far mancare loro.
E mentre sei in bagno tutte le tue certezze crollano, l'equilibrio e la stabilità vacillano.
Lo vedi che sarà dura, che sarà difficile.
E allora le domande aumentano e le risposte scarseggiano.
E la realtà ti appare così com'è, un disastro!
Perché alle conseguenze si pensa sempre all'atto finale e mai all'inizio di una storia?
Perché sul per sempre ci siamo interrogati così poco?
Perché il dono della saggezza non ci viene impartito di default alla nascita e l'onnipotenza della gioventù regalata in vecchiaia? Sarebbero entrambe più utili!
Buona notte!

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