mercoledì 18 novembre 2015

Figli... figli XY!

"Troppo Amore può essere come troppo poco Amore".


Me lo sono sentita dire spesso da un amico neuropsichiatra infantile, che guardava con disaccordo il mio rapporto simbiotico con Big Boy.

Premetto che di base non sono assolutamente d'accordo. Il troppo Amore non esiste e se esistesse, non farebbe certo male a nessuno!


Ma che vuoi? Siamo nati insieme, avevo solo venticinque anni, e da allora stiamo crescendo insieme.

Difficile fare la mamma "standard" con lui.
Quindi noi guardiamo insieme le serie per ragazzi, discutiamo del terrorismo e della religione, andiamo in bicicletta e a mangiare fuori un hamburger il venerdì sera.
Guardargli i compiti è un gioco di ruolo, insegnargli a sfaccendare un investimento sul suo futuro, e su quello della sua futura compagna.
Cercare di impartirgli alcune regole base del galateo è una sfida alla sua intemperanza, e poi vederlo seduto in un ristorante stellato a mangiare composto con le posate d'argento è una vera soddisfazione.
Quasi come mangiare insieme le patatine fritte con le dita unte di maionese.

Big Boy sa sempre la verità, su tutto quello che ci succede intorno.
Lui, curioso di natura, mi tratta come fossi Google e io gli rispondo come fossi Wikipedia.
E se non so rispondere, lo ammetto, e andiamo insieme a cercare quello che ci serve.

Insomma, io e Big Boy siamo dei grandi amici, prima di tutto!
Andiamo d'accordo, abbiamo un naturale feeling caratteriale.
Ci rispettiamo, come esseri umani, prima di tutto!


Teme poco l'autorità in generale, un po' per carattere un po' perché ho sempre cercato di essere con lui più autorevole che autoritaria, non sempre riuscendoci mio malgrado... senza la smattata quotidiana non si va a letto quasi mai!
Da qui il suo ubbidire soltanto a me in modo naturale e il doversi sforzare molto per sottostare alle regole di tutti gli altri adulti.
Sta imparando, ora, ma pagando in prima persona le conseguenze del suo comportamento, ogni tanto, diciamo "brillante", con i nonni, con gli insegnanti, con gli allenatori.


E' un bambino sveglio, con una mente frizzantina e veloce.
Purtroppo, un po'più maturo della sua età. Ma si sa quando nella vita ti accadono intorno determinate situazioni, è impossibile non esserlo!
Da sempre, ma soprattutto ora, ha la "sindrome del papà" nei confronti di Little Boy.
Per lui il suo fratellino è prima di tutto da proteggere, conserva la sua innocente serenità come un diamante raro.
Con la goffaggine che, grazie a Dio, fa trasparire, ancora, i suoi nove anni!
Ed è iperprotettivo anche nei miei confronti!
Così, come solo lui può permettersi di sgridare il fratellino, solo lui può permettersi ti tirare fuori il peggio di me, di farmi arrabbiare, di farmi innervosire. Così prova ad evitare con tutto se stesso che qualcun altro intacchi i miei sentimenti.
E, si sa, in questo particolare momento, non è così semplice, il nemico è sempre dietro l'angolo!


Insomma, molto lusingante per una mamma, ma il mio compito è anche fargli capire che alcune cose da uomo, dovrà impararle da un altro uomo.
Ci provo con le azioni, i comportamenti e l'esempio, e ogni tanto con le parole...


"Big Boy quando viene il papà parlagli di questa cosa dell'Hip-Hop, e anche di quanto tu trovi noiose e antipatiche le tue compagne di classe che non ti prestano mai nulla e invece tu presti loro sempre tutto... è un uomo ti potrà dare dei buoni consigli!"


"Si, ok.."


"Bene!"


"Si, ok, comunque mamma, tu sei un po'un uomo, corri sulla spiaggia come i maschiacci!"


"..."

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